MECENATISMO MEDICEO E COMMITTENZE DELLA SERENISSIMA (SECC. XV-XVI)
Corso di 4 lezioni coordinato da Andrea Baldinotti
Lorenzo il Magnifico è il simbolo stesso del momento più alto del Quattrocento fiorentino. Eppure, le sue committenze non sono state numerose e altisonanti come quelle di Cosimo il Vecchio o di Piero il Gottoso. In cosa consiste la singolarità del legame da lui istituito con gli artisti del suo tempo; legame capace di generare un mito vivissimo ancora oggi e che si sarebbe riflesso anche nelle scelte artistiche dei suoi discendenti, come quella d’affidare a Michelangelo, fra il secondo e il quarto decennio del Cinquecento, il nuovo volto della basilica familiare di San Lorenzo?
E a quali raffinate fonti culturali, s’erano ispirati, nel segreto delle loro stanze, i committenti di un pittore raro e inafferrabile come Giorgione destinato a segnare l’orizzonte della Serenissima a cavallo di due secoli, quale punto di congiunzione fra la poetica di Giovanni Bellini e l’astro di Tiziano? Di quali parole e di quali gesti si dovettero infine nutrire le immense sacre rappresentazioni del Tintoretto che
s’affacciano sulle pareti e sulle volte della Scuola di San Rocco, forse il più spettacolare enunciato teologico mai messo in figura da un artista? Questi gli interrogativi intorno ai quali si svilupperanno le quattro conversazioni di quest’anno.
E a quali raffinate fonti culturali, s’erano ispirati, nel segreto delle loro stanze, i committenti di un pittore raro e inafferrabile come Giorgione destinato a segnare l’orizzonte della Serenissima a cavallo di due secoli, quale punto di congiunzione fra la poetica di Giovanni Bellini e l’astro di Tiziano? Di quali parole e di quali gesti si dovettero infine nutrire le immense sacre rappresentazioni del Tintoretto che
s’affacciano sulle pareti e sulle volte della Scuola di San Rocco, forse il più spettacolare enunciato teologico mai messo in figura da un artista? Questi gli interrogativi intorno ai quali si svilupperanno le quattro conversazioni di quest’anno.